Percorsi Nazionali
GTA- SI
C.A.I. sezione VAL GERMANASCA - POMARETTO (TO), via Carlo Alberto 34 - C.F.  85004390010 - P.IVA  06544390013
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Escursioni
nelle valli
Chisone e Germanasca
05.3B Colle di Rodoretto m. 2780
       e Punta Vergia    m.2992
           per la valle Lunga

partenza :
parcheggio Montenero m 1912   (coord. 44 53.211, 006 56.966)
dislivello :
 m 868 - ore 3:00
partenza :   da Alpe Plane  m 2111   (coord. 44 53.241, 006 57.573)
dislivello  :  m 685 - sviluppo m 3000- ore 2:30
segnavia:   608
difficoltà:   E
esposizione : Ovest
   
Accesso:
Dopo il parcheggio Monte Nero m.1912 la strada prosegue con una ripida salita iniziale
e in 2,5 km raggiunge il Rifugio, ma è percorribile solo da fuoristrada o con auto che
non patiscono

descrizione :
Dal parcheggio  attraversare il ponte e proseguire lungo il sentiero verso il rif. Alpe Plane m 2091 che si raggiunge in  20 minuti. Qui ci si addentra nella Valle Lunga dove nasce il torrente Ripa. Il sentiero  608 non è molto evidente ma la caratteristica del terreno ne facilita il percorso. A quota 2300 metri circa un bivio: a sinistra porta al Passo della Capra mentre a dx al colle di Rodoretto.  A 2610 m s’incontra sulla dx una traccia che porta al passo Scodella e quindi alla Punta Vergia.

Per il colle di Rodoretto
il 608 prosegue e con una serie di ripidi tornantini raggiunge il colle dove perviene il sentiero 212 da Rodoretto. In caso di maltempo presso il colle c'è un baraccamento militare, oramai però in condizioni disastrate.

Per la Punta Vergia  ( difficoltà: EE/F)
Preso a dx il bivio per il passo Scodellaci si  inoltra ulteriormente nella valle Lunga per tracce di bestiame e all'ultimo pianoro voltare a sinistra sempre per praterie e labili tracce. A circa 2700 m un ultimo strappo sale a quota 2850 sul sentiero proveniente dal Colletto della Fontana, sotto il  Passo della Scodella 2925 m.
Da qui è ben evidente la croce sulla vetta della Vergia , ma per arrivarci bisogna percorrere una traccia di camosci qualche metro sotto il passo che si inerpica per sfasciumi molto ripidi, instabili e scivolosi e inoltre lo sfasciume è interrotto da fasce rocciose da prendere "contro mano" rispetto alla geologia dalla montagna, perciò da questo versante  è pericoloso raggiungere la vetta.
Tuttavia  a quota 2700 al pianoro prima dell'erta finale, nei pressi di un grosso masso, vicino alla sorgente del rio, una serie di ometti che sembrano poi finire appena entrati nel ghiaione indicano una traccia che poggiando lentamente verso dx porta nel canalone detritico che sfocia sulla cresta a pochi metri dalla croce di vetta. Una volta arrivati lì, tenendosi sul lato Val Susa si raggiunge facilmente la croce di vetta.