Escursioni
nelle valli
Chisone e Germanasca
   
Dal parcheggio di Crosetto il sentiero 205B s’ inoltra tra i pascoli (freccia su albero).
Il punto in cui si prende il sentiero è segnalato ma la traccia è nascosta dall’erba dei prati.
Salire in direzione di un piccola presa dell’acquedotto. Senza lasciarsi tentare di proseguire oltre sul sentiero voltare a Dx per raggiungere il "piano di lizza" che scende dalle cave di Cabitto, dapprima sul sentiero a fianco e poi lungo il piano inclinato.

Dalla parete di Rocca Bianca già dal 1400 si ricavava marmo bianco e grigio venato. Abbandonata nei secoli passati fu riaperta a metà del 1800 e rimase attiva fino agli anni '30. Dopo il 1928 il trasporto dei blocchi di marmo avveniva su un piano inclinato dotato di carrelli su rotaie fino al ponte di Crosetto. In precedenza i blocchi venivano lizzati (fatti scorrere su travi in legno) lungo la mulattiera.

Ci si porta in quota raggiungendo un ampio pianoro, sulla Sx sono visibili i baraccamenti delle miniere di talco di Malzas (m 1803, 1h00) attive fino alla fine degli anni 50.
Giunti davanti ai ruderi alla nostra sinistra corre il piano della Decauville che termina alla stazione di carico della vecchia teleferica di Punta Crò  e a destra si dirige verso Rocca Bianca.
Preso a destra dopo circa 400 m si incontra il bivio a sx (segnalato)che sale ripido per la Brua d’ la Mait fino alla cresta a m 2027 (Cro Jouvent), dove la vista spazia sul vallone di Faetto.

In breve si arriva alla cava di marmo Cabitto m 2128 dove i ruderi delle baracche degli operai sono in parte di blocchi di marmo (da vedere la parete a strapiombo dove si ricavava il marmo).
Pochi metri dopo le baracche su un pianoro disseminato di blocchi di marmo un segnavia su masso indica dove parte il sentiero poco evidente che a mezza costa porta sulla mulattiera che dalla Colletta Sellar sale a Rocca Bianca.

Il sentiero è segnato, ed è stato ripulito da ontani e rododendri (giugno 2019) ma è bene fare  attenzione a seguire le tacche bianco-rosse e non inoltrarsi fuori del sentiero .
Un tratto del sentiero, addossato alla parete rocciosa, che correva lungo il canale di approvvigionamento dell'acqua ora non è più in sicurezza, perciò e consigliabile salire sulla sx della roccia e proseguire su questa variante fino a congiungersi con il sentiero originale.

Incrociata la mulattiera si scende alla stazione della teleferica della Colletta Sellar m 2022 visibile più in basso. Passando sul lato sx dei ruderi della stazione si ritorna con numerosi  tornantini ai baraccamenti del Malzas.  
Volendo si può seguire il piano della decauville dove il talco, proveniente dalla teleferica di colletta Sellar, caricato su vagoncini veniva trasportato fino a Punta Crò m 1785, dove veniva scaricato e caricato sulla teleferica (interessanti resti) che con una stazione intermedia lo portava a Perrero (
ponte vecchio poco prima dell'abitato).

Ritornati indietro di circa 350 m sulla dx un sentiero scende a Gavalupo e Aguglia e poi ci riporta a Crosetto. In corrispondenza a Sx il sentiero sale sulla cresta e la percorre fino al Colle Jouvent incontrato sull'altro percorso.

Per un approfondimento vedere il sito:
http://www.pralymania.com/GranCurdun_IT.html  
http://www.alpcub.com/travalh-5_cap5.pdf             da cui deriva l’ estratto seguente:

Il Gran Courdoun
Le zone minerarie di Envie, Sapatlé e Malzas site ad alta quota – tra i 1800 ed i 2000 metri –  ponevano in maniera importante il problema del trasporto a valle del minerale. Oggi è difficile rendersi  conto dell’importanza di questo problema. La vecchia strada per Prali, vista oggi ci sembra una mulattiera ( la strada che percorriamo oggi e stata costruita nel 1907).
Se ne possono ancora percorrere ampi tratti a partire dal ponte di Pomeifré subito dietro la zona mineraria attualmente attiva passando per Saut dâ  Loup dove si possono ancora vedere i solchi lasciati nella pietra dal passaggio dei carri, oppure a monte di Scopriminiera sul tratto che conduce a Prali passando per Roccho Eiclapâ, che è stato risistemato negli ultimi anni e che, attraversando il rio di Rodoretto ed il Germanasca, porta sulla destra orografica dove procede fino a Ghigo.

Il talco, veniva estratto a circa 2.000 metri di quota e doveva essere trasportato a valle o a spalle nelle gerle o in sacchi di iuta disposti su slitte che venivano trainate sulle mulattiere prima e poi sulla vecchia strada di Prali fino alle vie di comunicazione principali in bassa valle dove si  poteva usare dei carri a trazione animale.
Il trasporto era quindi estremamente lento e costoso.
Il conte Enrico Brayda che concepì un impianto gigantesco ed avveniristico che avrebbe permesso di portare a valle il talco in modo più efficiente con l’uso di tecnologie e idee avanzatissime: teleferiche e Decauville .
I cavi d’acciaio erano stati  inventati solo attorno al 1830 rendendo possibile la costruzione di impianti a fune.
Inoltre risaliva solo a di quegli anni l’invenzione delle ferrovie a scartamento ridotto dette Decauville dal nome dell'inventore. Prima di allora, le ferrovie – sia quelle grandi per i treni che quelle a scartamento ridotto per trasporti locali – venivano costruite assemblando sul posto le rotaie sulle traversine con tutta la ferramenta necessaria per il montaggio.
Ainé Decauville ebbe l’idea di costruire tranci di binario assemblato in fabbrica di dimensioni e peso tali che un operaio potesse spostarli  da solo. Questo consentì una riduzione radicale dei costi di realizzazione di ferrovie a scartamento ridotto e un considerevole aumento della velocità di realizzazione.
Fatto sta che Enrico Brayda ha dato all’ingegnere inglese Carrington l’incarico di progettare l’impianto.
Il progetto prevedeva la partenza da Sapatlé (2070 m) con una Decauville che arrivava alla Colletta Sellar; una teleferica che discendeva alle miniere di Malzas (1797 m), un’altra Decauville fino a Punta Croc e altre due teleferiche delle quali la prima arrivava a Comba Molino e la seconda al Ponte della Vecchia a Perrero (800 m), passando su un cavalletto posto alle Girarde.
ll 23 Ottobre 1893 l’impianto venne inaugurato con una grande festa e rimase in funzione fino al 1961
Ll'esercito aveva sostenuto l'iniziativa in cambio della possibilità di usare il sistema di trasporto per la zona di massimo interesse militare: il vallone dei Tredici Laghi che era di difficilissimo accesso (nei decenni successivi sarebbe stata realizzata un’altra opera gigantesca: la strada della Conca Cialancia  che, seppure mai completata, avrebbe dovuto permettere di raggiungere i Tredici Laghi con i mezzi motorizzati partendo a valle di Perrero [I lavori vennero sospesi a Conca Cialancia (2451 m) per mancanza di denaro e di motivazioni strategiche nel 1942 .Poter arrivare con carichi fino a Sapatlé avrebbe radicalmente agevolato le operazioni militari).


Cave Cabitto e miniere di Rocca Bianca
da Crosetto

partenza                : Crosetto m 1475
punto più alto        : m 2180
dislivello                : m   800 - lunghezza 9670 m
tempo   totale      : ore 5:00

Durante il percorso si visitano i resti della cava di marmo di Cabitto e
delle miniere di talco di Malzas nonchè i "mezzi di trasporto"utilizzati
per portare a valle i materiali estratti.
C.A.I. sezione VAL GERMANASCA - POMARETTO (TO), via Carlo Alberto 34 - C.F.  85004390010 - P.IVA  06544390013
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